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Allarme rosso per la diga del Salto.

Le minacce terroristiche lanciate dall’Eta e da anarchici anche in Italia, richiamano l’attenzione sul bacino


Allarme rosso per la diga del Salto


L’impianto è stato acquistato da tempo da una società spagnola


E' il bacino artificiale più grande del Lazio e la sua imponente diga potrebbe essere un obiettivo per il terrorismo ora che è gestita da una società spagnola invisibile. La diga, quella del Salto, è l'unico sbarramento eretto in difesa della Valle Reatina. E' alta 90 metri e arrivarci è facile come è altrettanto facile, in questo particolare momento, compiere un attentato utilizzando questa imponente struttura.

La diga è da anni un cosiddetto obiettivo sensibile: in pratica dopo l'11 settembre, e solo per qualche mese, ottenne un posto fisso di guardia gestito con turni diurni e notturni da polizia e carabinieri. Ora lì non c'è nessuno in divisa anche se di fatto quella struttura è di proprietà di una società spagnola che potrebbe essere nel mirino dei separatisti baschi dell'Eta o di gruppi anarchici. Come del resto le altre società, vedi pacchi-bomba alla Iberia, che nel mese di dicembre hanno subito attentati o minacce, non ultime quelle al campione Valentino Rossi sponsorizzato dalla Repsol-Ypf una delle principali imprese multinazionali spagnole presenti nel settore energetico, come la Endesa.

Il passaggio di proprietà della diga, dalle mani della Genco Enel S.p.a., via Elettrogen, alla spagnola Endesa, è avvenuto in silenzio oltre un anno fa ma lì non è cambiato assolutamente nulla. C'è la costruzione che dovrebbe ospitare il custode, ma il custode non c'è! A vigilare sulla sicurezza della struttura - che ricordiamo è riconosciuta come un obiettivo sensibile - e della popolazione: nessun sistema di sicurezza, solo una sirena idraulica come quella installata sulla torre comunale di Rieti. Le sirene, altra nota dolente, dovrebbero avvisare la popolazione in caso d'emergenza, in caso di guasto o rottura della diga, ma non suonano, neanche per prova, dagli anni settanta. Nessuno riconoscerebbe quel suono?

Una cosa è certa: nessuno, in tutti i centri abitati che si affacciano sul lago o che sorgono dopo quello sbarramento, sa precisamente cosa potrebbe accadere e cosa fare in caso d'emergenza in quanto non esiste un piano d'evacuazione noto ai cittadini. La più vicina stazione dei carabinieri, ricordiamo, si trova a qualche chilometro di distanza, più in alto, nel comune di Petrella Salto mentre quel famoso piantonamento non c'è più da mesi.

La diga è lì dal 1940, imponente, ma nessuno si preoccupa, pur sapendo di chi è, cosa potrebbe accadergli.


di F. C.


Il Messaggero del 22/12/2002