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Il Cicolano


Il Cicolano, staccato dalla regione Abruzzo nel 1927 e aggregato alla nuova provincia di Rieti, nel Lazio, è una lingua di terra che si estende in senso longitudinale, Est-Ovest, per circa 470 Kmq fra due catene montuose, il Velino ed i Carseolani, che scendono irregolarmente verso il basso dove scorre il fiume Salto, che in estate, nel suo corso superiore resta in più parti all’asciutto ma che poi si allarga a fondovalle fino a sfociare nel lago artificiale del Salto creato fra il 1938 ed il 1940 da una imponente diga alta 90 metri per la produzione di energia elettrica. Corrisponde dunque all' alta e media valle del Salto e viene identificato con il territorio ricadente nell' ambito dei comuni di Petrella Salto, Fiamignano, Pescorocchiano, Borgorose, Concerviano, Marcetelli e Varco Sabino. La regione è caratterizzata dalla larga presenza di aree in quota, con terreni in parte calcarei ed in parte arenari pedologicamente differenziati, coperte in prevalenza da un fitto manto boschivo. Nel fondo valle si aprono invece alcune piante di origini e dimensioni diverse, delle quali la piu' estesa è la piana di Corvaro. Il nome affonda le sue radici nella storia pre-romana (terra degli Equi, Aequicoli-Aequicolanum, nell’epoca classica; Eciculi, Eciculanum, nel medioevo) ed è quello comunemente usato per indicare la zona, anche se, nei documenti ufficiali, a partire dalla rivoluzione francese, figura quello più asettico di Valle del Salto. Una ricca bibliografia si è occupato e si occupa di questa area sottoponendo ad attenta ricerca gli aspetti naturali, le vicende storiche e religiose, le tradizioni popolari e, ultimamente, l’archeologia che, da venti anni, non cessa di portare alla luce elementi notevoli alla conoscenza delle origini degli Equi, restituendoci l’immagine di un popolo che poco si riconosce nell’“Horrida gens” di cui parla Virgilio nel libro 7’ dell’Eneide. L’intera area, fu nel XIX secolo oggetto di attenzione da parte di studiosi particolarmente interessati ai numerosi terrazzamenti in opera poligonale esistenti nell' area. Solo nella seconda metà degli anni Ottanta del Novecento sono stati intrapresi studi e ricerche sistematiche ma il quadro conoscitivo della zona è ancora incompleto e lacunoso, e solo il prosiego delle indagini archeologiche e territoriali potrà fornire dati utili per delineare un quadro complessivo dello sviluppo diacronico del territorio. La romanizzazione della valle del Salto ebbe luogo definitivamente intorno al 290 a.C., quando M'. Curio Denato occupò la vicina Sabina, anche se la fondazione delle colonie di Alba Fucens e di Carsioli aveva già eroso le posizione eque lungo la valle dell' Aniene. Gli abitanti vennero iscritti alle tribu' Claudia ed ottennero la  civitas sine suffragio(cittadinanza senza diritto di voto). La situazione insediativa dell' alta valle del Salto, condizionata dall' orografia della zona, è caratterizzata da insediamenti di tipo paganico - vicano, tipici di tutta l' are sabellica, che aveva il loro punto d' incontro e di aggregazione nei santuari e nei luoghi di culto della zona, rimase il centro vitale del territorio e dell' attività produttiva. Dall' età augustea l' area fu' divisa in due municipi : Cliternia, piu' vicina all' area sabina, a la Res publica Aequiculanorum, la cui denominazione etnica indica un municipio territoriale, non incentrato su di una determinata sede urbana, ma mantenente l' antico aspetto paganico. La conquista romana provocò indubbiamente, almeno in parte, la crisi del sistema di questa zona che venne utilizzata organizzando però le strutture precedenti. Eè indicativo, infatti, che nella riorganizzazione amministrativa sia documentata epigraficamente, oltre agli ordinari magistrati municipali, la carica del duovirato (i duoviri erano una coppia di magistrati supremi) , che indicherebbe un rapporto di continuità con la magistratura preromana del meddicato (il meddix era il magistrato supremo nelle comunità osche), testimoniando inoltre un adeguamento degli schemi municipati romani alle condizioni politiche già esistenti nella zona. Il Cicolano entrò a far parte del regno dei Normanni nel 1140, con Ruggero I, e di questo regno visse tutte le vicissitudini fino al 1861, conservandone i tratti fondamentali che gli valsero l’inclusione, all’inizio degli anni ’50 del passato secolo, nell’area di competenza della Cassa per il Mezzogiorno. La descrizione della società cicolana pertanto la si può ritrovare pari pari nelle ampie inchieste sulla società meridionale compiute in un secolo di storia unitaria dai molti meridionalisti che, sfatando un discorso retorico che si tramandava da molti secoli, portarono alla luce un groviglio di problematiche che appesantivano qualsiasi cammino di sviluppo. Il brigantaggio, l’analfabetismo, l’aridità del suolo, l’assenza delle comunicazioni, gli usi civici, l’azione parassitaria e frenante della borghesia agraria sono solo alcuni dei pesi che stopparono per lunghissimi anni qualsiasi forma di evoluzione.
 

La valle del Salto vista dall’occhio di un drone. All’inizio del video si vedono il paese di Fiumata, il ponte Pacifico sul lago del Salto ed il cimitero del paese.


Comunità Salto Cicolano


Regione Lazio