I Briganti
In un territorio dove c'era ormai clima di guerra civile, in cui era normale assistere a pubbliche impiccagioni, usare cannoni contro città indifese, bruciare case e cascinali per far riconoscere il nuovo Re, in un quadro di licenza di uccidere sancito dalla legge Pica, prese piede la figura del brigante che godeva di solidarietà diffusa fra la gente. Favorito anche da un terreno ricco di grotte, rifugi e nascondigli il Cicolano non fu da meno, e partecipò attivamente ai movimenti di ribellione, inoltre al di là del fiume Salto c'era ancora lo Stato Pontificio, e molti vi si rifugiavano cercando protezione. Fu un periodo di confusione totale, la storiografia dominante ha liquidato con il termine del brigantaggio quel movimento popolare che si oppose all’annessione Piemontese del Sud Italia. Ma questo fenomeno che venne sconfitto fu delinquenza oppure un’endemica rivolta sociale armata? Fatto sta che nella nuova Italia l'ordine era di catturarli vivi o morti, meglio se morti e la figura del brigante nella migliore delle ipotesi era paragonata all'antico cavaliere errante, che ruba ai ricchi per dare ai poveri.
Perseguitati dalle truppe del nuovo governo, i reazionari si diedero alla latitanza, protetti da amici e parenti e finanziati dalle ricompense che l'ex reggente Francesco II elargiva loro, nutrendo la speranza di riconquistare il suo regno. I reazionari svolgevano le mansioni più comuni durante l'inverno, come l'agricoltura, la pastorizia, o come guardie campestri presso il vicino Stato Pontificio, e si davano alla macchia in estate "per sfrenarsi ad ogni sorta di violenze, specialmente a danno di quelli che eran ritenuti o sospettati come fautori del novello regime ..." . Fra rapine, saccheggi e sequestri di persona, i briganti non agivano tuttavia indisturbati; le truppe dei Savoia battevano a tappeto l'intero territorio del Cicolano, così i briganti formavano bande dai 7 ai 15 individui al massimo "per avere più facili i movimenti, il necessario per la vita, l'appiattamento ed anche la fuga".
Il Cicolano e la vicina Marsica sperimentarono per prime l'urto della repressione e la loro rivolta durò fino al mese di febbraio 1861, con la sconfitta di Scurcola. Seguirono arresti, processi e fucilazioni. Gli scampati alla cattura, insieme ai renitenti alla leva, si rifugiarono sulle montagne e divennero briganti. I più famosi nella zona furono i briganti Berardino Viola, Giovanni Colaiuda, Fiore Sallusti, i fratelli De Santis, Giuseppe Appolloni, Candido Vulpiani,i fratelli Michele e Berardino Pietropaoli, reduci da Roma. I più determinati furono il Viola e il Colaiuda. Nel 1863 con l'entrata in vigore della legge "Pica" molti paesani furono arrestati come manutengoli o conniventi dei briganti. Dopo agguati, lotte, appostamenti, fughe alla fine alcuni morirono, altri si consegnarono in seguito senza più speranza, altri furono inghiottiti dalle montagne.
I briganti