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I Briganti


La spedizione dei Mille sancì la fine del Regno delle Due Sicilie di cui faceva parte il Cicolano. Tutto il territorio fu annesso quindi al nuovo Regno d'Italia. Petrella Salto aderì per prima il 15 settembre 1860, e nei giorni successivi aderirono gli altri tre comuni equicoli Borgorose,Fiamignano e Pescorocchiano. Questa adesione non fu riconosciuta a livello popolare, e ci furono subito gravi disordini e sommosse popolari che si generalizzarono non solo in tutta la zona, ma anche in altre parti del Regno. Molti paesi vennero saccheggiati tra cui anche Colle Sponga,Petrella Salto e Capradosso. Inizialmente il frutto delle scorrerie serviva a finanziare una azione politica in favore dei borboni e anche lo Stato Pontificio aiutava la sommossa, finché dovette tirarsi indietro accusato di favorire la rivolta. Nelle campagne, sulle montagne e attorno alle città, la gente si ribellava ai nuovi padroni venuti dal Nord,i Piemontesi, che appena insediati, preferirono imporre nuovi ordinamenti, promulgare nuove leggi e bandire nuove tasse (famosa la tassa sul macinato che metteva in ginocchio soprattutto le popolazioni del Sud), anziché preoccuparsi di mantenere le promesse di libertà e di livellamento delle ingiustizie senza offrire ai contadini la possibilità di lavorare sulla loro proprietà. Il Governo appena instaurato non si curò dell'economia, non promosse l'industria, non favorì l'agricoltura e non procurò lavoro e in questa situazione i ricchi rimasero ricchi e i poveri sempre più poveri. Le nuove popolazioni italiane meridionali cominciarono così ad essere decimate dalla emigrazione che si portò via le migliori e più giovani energie. Era ben lungi dall’essere una  vera libera scelta, si trattava di trovare lavoro laddove c’era,in luoghi lontani,a milioni non poterono più fare ritorno nella loro terra.

In un territorio dove c'era ormai clima di guerra civile, in cui era normale assistere a pubbliche impiccagioni, usare cannoni contro città indifese, bruciare case e cascinali per far riconoscere il nuovo Re, in un quadro di licenza di uccidere sancito dalla legge Pica, prese piede la figura del brigante che godeva di solidarietà diffusa fra la gente. Favorito anche da un terreno ricco di grotte, rifugi e nascondigli il Cicolano non fu da meno, e partecipò attivamente ai movimenti di ribellione, inoltre al di là del fiume Salto c'era ancora lo Stato Pontificio, e molti vi si rifugiavano cercando protezione. Fu un periodo di confusione totale, la storiografia dominante ha liquidato con il termine del brigantaggio quel movimento popolare che si oppose all’annessione Piemontese del Sud Italia. Ma questo fenomeno che venne sconfitto fu delinquenza oppure un’endemica rivolta sociale armata? Fatto sta che nella nuova Italia l'ordine era di catturarli vivi o morti, meglio se morti e la figura del brigante nella migliore delle ipotesi era paragonata all'antico cavaliere errante, che ruba ai ricchi per dare ai poveri.

Perseguitati dalle truppe del nuovo governo, i reazionari si diedero alla latitanza, protetti da amici e parenti e finanziati dalle ricompense che l'ex reggente Francesco II elargiva loro, nutrendo la speranza di riconquistare il suo regno. I reazionari svolgevano le mansioni più comuni durante l'inverno, come l'agricoltura, la pastorizia, o come guardie campestri presso il vicino Stato Pontificio, e si davano alla macchia in estate "per sfrenarsi ad ogni sorta di violenze, specialmente a danno di quelli che eran ritenuti o sospettati come fautori del novello regime ..." . Fra rapine, saccheggi e sequestri di persona, i briganti non agivano tuttavia indisturbati; le truppe dei Savoia battevano a tappeto l'intero territorio del Cicolano, così i briganti formavano bande dai 7 ai 15 individui al massimo "per avere più facili i movimenti, il necessario per la vita, l'appiattamento ed anche la fuga".

Il Cicolano e la vicina Marsica sperimentarono per prime l'urto della repressione e la loro rivolta durò fino al mese di febbraio 1861, con la sconfitta di Scurcola. Seguirono arresti, processi e fucilazioni. Gli scampati alla cattura, insieme ai renitenti alla leva, si rifugiarono sulle montagne e divennero briganti. I più famosi nella zona furono i briganti Berardino Viola, Giovanni Colaiuda, Fiore Sallusti, i fratelli De Santis, Giuseppe Appolloni, Candido Vulpiani,i fratelli Michele e Berardino Pietropaoli, reduci da Roma. I più determinati furono il Viola e il Colaiuda. Nel 1863 con l'entrata in vigore della legge "Pica" molti paesani furono arrestati come manutengoli o conniventi dei briganti. Dopo agguati, lotte, appostamenti, fughe alla fine alcuni morirono, altri si consegnarono in seguito senza più speranza, altri furono inghiottiti dalle montagne.