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I mazzamorelli
Nelle zone di Macchiemò, Molemintu e Milucutugno, nel versante del lago opposto a quello di Fiumata, sembra che un anfratto conservi un antico tesoro. Purtroppo queste monete d’oro sono sorvegliate dai “Mazzamorelli” , presenze non ben identificabili, forse Diavoli, Gnomi o Streghe, che alimentano le fantasie popolari.
Il passato remoto pare materializzarsi, fantasmi animarsi a ripopolare le selve e a colorire il ricordo ormai fioco e larvale di favolosi tesori.
Nell’incertezza di nozioni e di contorni, forse appunto per essa, affascina l’idea che un anfratto sito tra Macchiemò, Molemintu e Milucutugno celi un nascondiglio di monete d’oro.
A convincersene verrebbe in mente di partire subito alla ricerca del tesoro perduto.
“Non ci passate ci stanno i Mazzamorelli ! “ ammonivano gli anziani. Forze indecifrabili ed oscure attiravano in guisa di calamita nella “rotte’ellu diaolu che u mulinaru ci ha rimesse’ e penne”. La brava gente di paese ne stava alla larga. Ma ignare caprette che pascevano nei dintorni finivano per entrare e scomparivano nella cavità. O meglio si smarrivano e ricomparivano molti giorni dopo in luoghi remoti, addirittura a Roccaberardi, vicino a Rocchetta, sopra a Castelluccio.
Oggi fa sorridere l’idea di un luogo stregato, o che i dispettosi gnomi dei boschi possano spingere le bestiole nell’antro. Nulla vieta di andare a cacciarsi nelle gallerie arboree, nei silenzi di boschi e radure. E se improvvisamente ci sentissimo le ossa rotte ascriveremmo il dolore alla stanchezza. Mai alla granicola di colpi di Mazzamorelli!
Andando a Vaccarecce state lontano da “u puzzo ‘ella Cicalesca ! “ Quanti sfidarono il divieto! Anzi si appostarono vicino al pozzo per tendere un agguato ai folletti. Speravano di catturare un Mazzamorello e arricchirsi strappandogli la promessa di svelare il tesoro.
Chi aveva il coraggio di avvicinarsi? I briganti scorrazzavano nei paraggi. di Viola e Badella si può leggere altrove.